La mobilità sostenibile sta entrando in una nuova era, e l’idrogeno è sempre più al centro del dibattito. Toyota Motor Europe (TME) ha recentemente annunciato una collaborazione strategica con Hydrogen Refueling Solutions (HRS) ed ENGIE per sviluppare e implementare una nuova generazione di infrastrutture di rifornimento di idrogeno. Questa iniziativa mira a rendere il rifornimento di veicoli a idrogeno più rapido, versatile ed economicamente vantaggioso, contribuendo significativamente alla diffusione della mobilità a emissioni zero in Europa.
Ma ci siamo mai chiesti quanto sia realmente pronto il nostro continente a sostenere una rete di rifornimento a idrogeno? E soprattutto, l’Italia è sulla buona strada o rischia di restare indietro?
La tecnologia Twin Mid Flow: rifornimento più veloce e conveniente
Al centro di questa collaborazione c’è una tecnologia innovativa chiamata “Twin Mid Flow”. Questo sistema integra un doppio ugello ad alto flusso, permettendo a un singolo distributore di rifornire sia veicoli pesanti che leggeri in tempi notevolmente ridotti. Per dare un’idea concreta, un camion da 40 tonnellate potrà ottenere un’autonomia di 600 km con un rifornimento di soli 8 minuti e fino a 900 km in appena 12 minuti. Per i veicoli leggeri, il rifornimento richiederà meno di 5 minuti.
Pensiamo un attimo: quanto tempo perdiamo attualmente per un rifornimento o una ricarica elettrica? Questa innovazione promette di abbattere drasticamente i tempi di attesa, portando il rifornimento dei veicoli a idrogeno vicino ai tempi di un classico pieno di diesel.

Obiettivi dell’accordo e implementazione in Europa
L’accordo tra TME, HRS ed ENGIE prevede l’installazione di sistemi di rifornimento Twin Mid Flow in diverse località europee strategiche. Questi sistemi saranno testati nell’ambito del progetto europeo RHeaDHy, finanziato dall’UE, che punta ad accelerare la diffusione delle infrastrutture per l’idrogeno. L’obiettivo chiave è rispettare i requisiti stabiliti dal Regolamento Europeo sull’Infrastruttura per i Combustibili Alternativi (AFIR), che prevede la presenza di stazioni di rifornimento di idrogeno pubbliche ogni 200 km lungo le reti TEN-T entro il 2030.
L’importanza del progetto RHeaDHy
Il progetto RHeaDHy (Refuelling Heavy Duty with very High flow Hydrogen), cofinanziato dall’Unione Europea, è nato proprio per sostenere l’espansione delle infrastrutture per l’idrogeno, concentrandosi principalmente sui veicoli pesanti come camion e autobus. L’obiettivo è garantire che un camion possa fare rifornimento con 100 kg di idrogeno in meno di 10 minuti, consentendo viaggi lunghi senza perdite di tempo.
Pensiamoci: il trasporto pesante su gomma è uno dei maggiori responsabili delle emissioni di CO2. Se riuscissimo davvero a sostituire gran parte dei camion diesel con quelli a idrogeno, quanto potrebbe cambiare l’aria delle nostre città e autostrade?
Riduzione dei costi e benefici ambientali
L’adozione della tecnologia Twin Mid Flow non si limita solo a ridurre i tempi di rifornimento. Un altro grande vantaggio è la riduzione dei costi di installazione delle stazioni di idrogeno. Infatti, l’uso di un unico distributore capace di servire sia veicoli leggeri sia pesanti consente di ottimizzare le risorse e ridurre gli ingombri, agevolando l’apertura di nuove stazioni anche nei centri urbani.
Dal punto di vista ambientale, l’uso di idrogeno verde, prodotto attraverso fonti rinnovabili, permetterebbe di azzerare le emissioni di CO2 dei veicoli. Questo rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento degli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050.
La situazione in Italia: siamo pronti?
Guardando all’Italia, la domanda sorge spontanea: siamo davvero pronti a questo cambiamento? Secondo i dati aggiornati, nel nostro Paese ci sono attualmente pochissime stazioni di rifornimento di idrogeno attive e la rete è ancora frammentaria. Le grandi città come Milano e Bolzano hanno fatto passi avanti, ma il resto del territorio è indietro.
Eppure, alcune regioni stanno cercando di recuperare terreno. In Lombardia, ad esempio, sono stati avviati progetti per inserire autobus a idrogeno nelle flotte urbane. In Emilia-Romagna si stanno studiando soluzioni per integrare l’idrogeno nel trasporto merci lungo la Via Emilia. Tuttavia, la strada è ancora lunga.
Viene da chiedersi: quando vedremo davvero un camion a idrogeno percorrere regolarmente le nostre autostrade? E saremo in grado di installare le stazioni ogni 200 km, come richiesto dall’Europa?
Le sfide per il futuro
Nonostante le grandi prospettive, ci sono ostacoli importanti da superare. Primo fra tutti, i costi elevati dell’infrastruttura e la necessità di rendere economicamente sostenibile la produzione di idrogeno verde. Poi c’è la questione della sicurezza: l’idrogeno è un gas altamente infiammabile e richiede misure di sicurezza rigorose.
Infine, c’è la necessità di creare una domanda stabile per i veicoli a idrogeno. Senza un mercato pronto ad acquistare questi mezzi, gli investimenti infrastrutturali rischiano di essere vani.
È un po’ il classico dilemma dell’uovo e della gallina: senza infrastrutture nessuno compra questi veicoli, ma senza veicoli nessuno investe nelle infrastrutture.
Perché questo progetto è diverso?
La collaborazione tra Toyota, HRS ed ENGIE sembra però avere le carte in regola per fare la differenza. Toyota ha oltre 30 anni di esperienza nella tecnologia fuel cell, HRS è leader mondiale nella produzione di stazioni di rifornimento a idrogeno, ed ENGIE è un colosso dell’energia, impegnato nella transizione verso fonti rinnovabili.
Quando attori di questo calibro uniscono le forze, le probabilità di successo aumentano. Non si tratta di un semplice progetto pilota, ma di un’iniziativa che punta a definire nuovi standard per tutta l’Europa.
Conclusione: il futuro è a idrogeno?
La collaborazione tra Toyota Motor Europe, HRS ed ENGIE rappresenta una delle iniziative più ambiziose nel panorama europeo dell’idrogeno. La tecnologia Twin Mid Flow promette di risolvere alcuni dei problemi chiave legati al rifornimento, riducendo tempi e costi, e accelerando così la diffusione dei veicoli a idrogeno.
Ma la vera domanda è: l’Italia riuscirà a cogliere questa opportunità o resterà a guardare mentre altri Paesi costruiscono il futuro della mobilità?
La partita è aperta, e i prossimi anni saranno decisivi. Saranno le istituzioni, le aziende e i cittadini a determinare se l’idrogeno diventerà davvero il combustibile del futuro sulle nostre strade.
Fonte e immagini | Toyota – HDMotori
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