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Autobus in calo, ma l’elettrico accelera

Autobus in calo, ma l’elettrico accelera

Un settore in bilico tra rallentamento e transizione

Il mercato degli autobus in Italia sta vivendo una fase di profonda trasformazione, segnata da tendenze contrastanti tra segmenti di prodotto, alimentazioni e aree geografiche. Nei primi quattro mesi del 2025, secondo i dati ANFIA, sono stati immatricolati 1.382 autobus sopra le 8 tonnellate, con un calo significativo del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo dato riflette un momento di rallentamento rispetto al trend positivo registrato nel biennio precedente, durante il quale il settore aveva beneficiato di incentivi pubblici e programmi di rinnovo del parco mezzi. 

La diminuzione delle immatricolazioni può essere attribuita a una combinazione di fattori: da un lato, la saturazione di alcune categorie di prodotto e la chiusura di bandi pubblici; dall’altro, la persistente incertezza economica che spinge gli operatori del trasporto pubblico a rimandare gli investimenti. Tuttavia, il quadro non è completamente negativo: alcune tipologie di autobus mostrano segnali di crescita, suggerendo che la domanda si stia ridefinendo piuttosto che collassando.

Cresce l’urbano, crolla l’extraurbano: i numeri della frammentazione

Nel dettaglio, la segmentazione del mercato evidenzia andamenti fortemente divergenti. Il segmento degli autobus urbani (Classe I) è cresciuto dell’8,1%, raggiungendo 509 immatricolazioni. Questo dato appare coerente con le politiche ambientali attuate da molte amministrazioni comunali, che puntano a rafforzare il trasporto pubblico locale attraverso veicoli più moderni, accessibili e meno inquinanti. 

Di particolare rilevanza è il ruolo dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che hanno contribuito a finanziare la sostituzione di vecchi mezzi con modelli a basse o zero emissioni, soprattutto nelle grandi città del Centro-Sud. Al contrario, il segmento degli autobus extraurbani (Classe II) ha subito una flessione pesantissima: -49,4%, con sole 419 unità immatricolate. Questo crollo potrebbe derivare dalla fine di importanti commesse regionali e dalla lentezza dei nuovi bandi di gara per i servizi interurbani, in parte legata ai vincoli burocratici e alla complessità nella definizione dei requisiti tecnici. 

Meglio il comparto degli autobus turistici (Classe III), che cresce del 40,8% con 449 immatricolazioni, a testimonianza di una graduale ripresa del turismo organizzato su gomma, trainato dalla fine delle restrizioni sanitarie e dalla crescente domanda di trasporto collettivo da parte di gruppi e operatori turistici.

Autobus diesel perdono terreno, l’elettrico accelera

Anche il capitolo relativo alle alimentazioni dei nuovi autobus racconta una storia di transizione ancora in corso ma ricca di spunti. Il gasolio resta la motorizzazione più diffusa, coprendo ancora il 48% del mercato, ma è in netto calo (-25,7%) rispetto al 2024. Questa contrazione segnala che la fase di predominio del diesel sta progressivamente cedendo il passo a soluzioni più sostenibili, anche se la dipendenza da tale alimentazione rimane significativa. 

In netta controtendenza si collocano gli autobus alimentati a metano (CNG), che crescono del 12,6%, toccando quota 358 unità. Il metano rappresenta una tecnologia di transizione già collaudata, in grado di offrire minori emissioni rispetto al diesel e un buon compromesso in termini di costi operativi. Ma il vero boom è quello degli autobus elettrici, che nel 2024 hanno rappresentato il 21% delle immatricolazioni, con 1.026 unità (+162,4% rispetto al 2023). Questo dato testimonia il crescente interesse degli enti pubblici per la mobilità a zero emissioni, anche se rimangono ancora sfide aperte legate alla disponibilità di infrastrutture di ricarica, alla durata delle batterie e ai costi iniziali più elevati. 

Il Presidente della sezione Autobus di ANFIA, Andrea Rampini, ha sottolineato come, nonostante i progressi, oltre tre quarti degli autobus immatricolati restino ancora a trazione endotermica, segnalando che la transizione energetica è avviata ma non ancora compiuta.

autobus elettrico

Italia spaccata in due: il divario Nord-Sud nelle immatricolazioni

A livello territoriale, il panorama appare fortemente disomogeneo. Le immatricolazioni sono aumentate sensibilmente nel Centro Italia (+128,6%) e nel Sud e Isole (+84,5%), probabilmente grazie allo sblocco dei fondi PNRR e a una maggiore agilità delle amministrazioni locali nell’attuazione dei programmi di rinnovo flotta. Al contrario, le regioni del Nord-Est hanno registrato un calo del 27,3%, mentre il Nord-Ovest ha mantenuto un livello pressoché stabile (-2%). 

Questo squilibrio territoriale riflette anche le diverse condizioni infrastrutturali e operative dei sistemi di trasporto pubblico locale: se al Centro-Sud la necessità di ammodernamento è più urgente, al Nord molti operatori dispongono già di parchi veicoli relativamente moderni e stanno pianificando una transizione più graduale. Tuttavia, la frammentazione rischia di penalizzare l’efficacia complessiva delle politiche di decarbonizzazione, che necessiterebbero di un coordinamento nazionale più stringente.

autobus visto frontalmente

La vera sfida è rendere il cambiamento strutturale

In conclusione, il mercato italiano degli autobus è a un bivio. La flessione complessiva delle immatricolazioni nei primi mesi del 2025 non deve essere letta come un segnale di crisi irreversibile, ma come l’effetto combinato di una serie di fattori strutturali e congiunturali.

La crescita degli autobus elettrici e a metano rappresenta un segnale positivo, ma è necessario continuare a investire in infrastrutture, semplificare i meccanismi di accesso ai fondi pubblici e rafforzare il coordinamento tra le politiche nazionali e quelle regionali. Solo in questo modo sarà possibile garantire una transizione efficace verso una mobilità collettiva più sostenibile, tecnologicamente avanzata e capace di rispondere alle sfide ambientali e sociali del prossimo decennio.

Fonte | AUTOBUSWeb

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